Le fotografie panoramiche sono immagini interessanti, capaci di catalizzare l’attenzione dell’osservatore grazie alla loro “scenografica” originalità.
Vengono definite “panoramiche” tutte quelle fotografie create mediante l’unione di più scatti, realizzati e disposti secondo determinati criteri, al fine di ottenere riprese con ampi angoli di visione.
Tecnica meglio conosciuta con il termine Stitching che viene letteralmente tradotto dall’inglese in cucire, unire.

Ma lo stitching non si usa solo per le foto panoramiche, bensì anche per aumentare la risoluzione delle immagini o la profondità di campo; in questa fase vedremo come sfruttare questa fantastica tecnica per generare panoramiche senza arrivare alla “fotografia immersiva”, quella che copre 360° compresi zenith e nadir, per creare dei VR.

La produzione di questa tipologia di immagini è suddivisibile in due fasi:
– La ripresa fotografica sul campo
– L’unione delle immagini mediante software dedicati

Prima fase: L’attrezzatura necessaria

Per la ripresa, una buona fotocamera reflex di media qualità e non troppo pesante (per non gravare sulla testa “pano”) come la D90 o la nuova D7000 di Nikon, sono l’ideale
Come ottiche, dipende da cosa dobbiamo fotografare e da quanto grande vogliamo il nostro file perché, a parità di scena inquadrata, ci vogliono più scatti con obiettivi lunghi e meno con obiettivi corti. L’uso di grandangolari estremi richiede maggior attenzione sia nella ripresa che nello stitching. Con ottiche ad ampio angolo di campo, l’uso di un treppiedi con testa panoramica diventa necessario per evitare di perdere ore in post produzione o di ottenere fotogrammi inutilizzabili. Ma in ogni caso il consiglio è quello di usare ottiche fisse e non degli zoom più pesanti, ingombranti e spesso meno luminosi. La mia ottica preferita? Il Nikkor 28mm ƒ:2,8 piccolo, nitidissimo, esente da flare e con il punto nodale al centro dell’ottica. Con il 28mm che ni formato DX corrisponde ad un 42,5mm del formato pieno (o FX che dir si voglia) per fare 180° di panoramica necessitano 10-12 scatti con la camera in verticale (posizione questa indispensabile per avere una migliore proporzione in altezza ed ottenere un formato stampa di 42cm per 1,8 metri).

Il cavalletto o trepiedi è meglio se robusto – deve sorreggere stabilmente reflex, obiettivo e testa panoramica che arrivano facilmente a 4/6 kg di peso complessivo – e possibilmente deve essere con bolla incorporata.

La testa panoramica permette, attraverso piastre a slitta, il posizionamento preciso del punto nodale in modo che la fotocamera ruoti su questo e non sul classico attacco per treppiedi. Tale caratteristica è indispensabile per non incorrere in errori di parallasse che rendono difficoltoso, se non impossibile, lo stitching delle foto, in particolare nelle riprese di interni o quando nella scena inquadrata ci sono contemporaneamente soggetti vicini e lontani. La precisione nel posizionamento del corretto punto nodale rende il lavoro di stitching di estrema semplicità.
Alla base della testa panoramica si trova inoltre una doppia scala, a passi prefissati in base all’angolo di campo dell’obiettivo utilizzato, funzione questa che rende molto agevole e veloce la sequenza degli scatti.

Esistono vari modelli di testa panoramica che si dividono principalmente in: testa per foto panoramica e testa per foto sferica. La prima consente la rotazione della macchina solo sull’asse orizzontale, la seconda permette la rotazione su entrambi gli assi -orizzontale e verticale- consentendo così lo stitch a mosaico in multirow.

Altre attrezzature quasi indispensabili sono lo scatto remoto (o il telecomando con ricevitore e trasmettitore) e la bolla da inserirsi nella slitta portaflash della fotocamera.

Il punto nodale

Il punto nodale corrisponde al centro ottico dell’obiettivo, normalmente prossimo al posizionamento fisico del diaframma. È il punto in cui il cono di luce che entra si incrocia con il cono di luce, invertito, che va sul sensore o sulla pellicola formando l’immagine. Questo punto varia da obiettivo a obiettivo e, nel caso degli zoom, anche in base alla focale utilizzata. Il centro ottico raramente corrisponde con il centro fisico dell’obiettivo e su alcuni schemi ottici lo troviamo in prossimità della lente frontale o addirittura davanti ad essa. È molto importante far ruotare la fotocamera sul punto nodale perché solo così riusciremo ad assemblare i file in maniera pressoché perfetta.

Vi sono 2 punti nodali: per primo si “centra” l’ottica e quindi il sensore, sull’asse di rotazione dello stativo; il secondo, più difficile da trovare è quello descritto sopra; con una ottica fissa è più semplice da trovare.
Una volta individuata la corretta regolazione per un dato sistema fotocamera/obiettivo basterà prendersi nota dei valori impostati e, una volta memorizzati, utilizzarli successivamente senza dover cercare il punto nodale a ogni sessione di ripresa.

Utilizzando il treppiedi la macchina deve essere in bolla e deve poter girare sul punto nodale dell’obiettivo utilizzato. Adottando la ripresa a mano libera, la macchina fotografica dovrà essere tenuta parallela per evitare fotogrammi più alti o più bassi.
I fotogrammi devono sovrapporsi del 25/40% perché il software di stitching ha bisogno, per operare con qualità e precisione, di avere aree di maggiore ridondanza di sovrapposizione dettagli.

Se le aree di sovrapposizione sono troppo strette, il software non troverà elementi sufficienti su cui “attaccarsi” con precisione. Se tali aree sono invece troppo ampie (oltre il 50%) il software, oltre a dover processare inutilmente un numero più alto di file e un numero eccessivo di dati, può creare doppie immagini che dovranno poi essere eliminate in Photoshop.
In entrambi i casi si potrebbe ottenere una giuntura d’unione non perfetta.
È consigliabile mantenere una percentuale di sovrapposizione più bassa quando si usano focali lunghe, e più alta, nel caso di focali corte. La maggiore sovrapposizione richiesta su focali corte permette di facilitare lo stitch, reso difficoltoso dalla distorsione ottica e prospettica accentuata ai bordi.

Per qualunque progetto panoramico, la macchina va regolata con messa a fuoco, bilanciamento del bianco, nitidezza, contrasto ed esposizione, regolati in manuale o comunque escludendo qualunque parametro automatico che possa variare i risultati tra uno scatto e l’altro.
Nelle riprese a singola riga sull’asse orizzontale, è preferibile posizionare la fotocamera in verticale per sfruttare meglio il lato del fotogramma con l’angolo di campo maggiore. In questa configurazione il lato maggiore del singolo file diventa il lato minore nell’immagine finale.

Effettuare la ripresa panoramica girando la macchina in senso orario e quindi da sinistra verso destra, per avere i file, pronti per lo stitching, in sequenza nel giusto ordine.
Su immagini con soggetti in movimento come ad esempio onde, acqua, alberi mossi dal vento, persone ecc.., lo stitching diventa molto difficoltoso.

Lo scatto va eseguito ovviamente in formato RAW in modo da poter correggere facilmente eventuali differenze tonali e cromatiche prima della conversione in formato Jpeg o Tiff. Nella costruzione immagine RAW di Lightroom sono ad esempio contemplate utili correzioni automatiche specifiche per ogni obiettivo e focale per agire su aberrazioni cromatiche ottiche ma anche sulle cadute di luminosità ai bordi note come vignettature, e principali distorsioni.

Per non incorrere in assemblaggi irregolari dal punto di vista tonale e/o cromatico, è necessario che i file pronti per l’assemblaggio siano omogenei, soprattutto in zone a tinta unita e senza dettaglio, come ad esempio cieli o muri.

Seconda fase: L’unione dei files con software specifici

Passiamo ora alla fase di “assemblaggio” dei fotogrammi ripresi, grazie alle funzionalità offerte da specifici software fotografici.

In questo articolo approfondiremo la procedura di unione fotografica fornita dal più noto programma di elaborazione d’immagini: Adobe Photoshop, anche se non sempre si ottengono risultati apprezzabili con questo programma; personalmente uso anche HUGIN e PTgui.

Non tutti sanno che Photoshop possiede una funzionalità specifica di fusione delle immagini per la realizzazione di fotografie panoramiche, divenuta sempre più potente e precisa con il progredire delle versioni (CS, CS2, CS3, CS4 e CS5).
Tale funzione prende il nome di PhotoMerge.

Ma prima di arrivare all’assemblaggio delle immagini, si devono preparare con il RAW converter preferito esportandole tutte a 16bit, 240dpi o più, nello spazio colore desiderato (preferibile sarebbe il proPhoto per il master) e numerandole progressivamente; Adobe Lightroom fa tutto questo e molto altro in modo davvero semplice e consiglio di provare questo software a chi non lo conosce o l’ha solo provato in modo approssimativo.

Ogni software ha i suoi passi, ma concettualmente si assomigliano tutti: caricamento delle immagini, controllo e gestione dei punti di controllo, scelta del tipo di ottimizzazione, ritaglio e assemblaggio finale.

Se desideri approfondire questa tecnica con me, contattami usando l’apposito form.

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