L’uovo poché, conosciuto nella sua versione italiana come uovo in camicia, è uno di quei piatti su cui si misura l’abilità di un cuoco. Imparare come fare la nuvola di albume morbido ma cotto, con il tuorlo della perfetta e cremosa consistenza può richiedere più di un tentativo. La cosa interessante è che nonostante molti fonti considerino uovo poché e uovo in camicia come sinonimi, tra la versione francese e quella italiana potrebbe esserci qualche differenza.
Oramai protagonista dei secondi piatti che popolano le tavole degli Italiani, nonostante la provenienza extracontinentale, l’Angus argentino è una razza che si distingue per la sua carne tenera ed incredibilmente gustosa. La carne di questi bovini si distingue infatti per essere ben più gustosa delle altre varietà di Angus, tanto da risultare quasi caramellata all’esterno e poi incredibilmente burrosa all’interno. Questo contrasto è dovuto alla presenza di miostatina e di Omega3, due sostanze che l’animale produce grazie soprattutto all’allevamento del pascolo estensivo, in cui si alimenta esclusivamente con erba (e non con cereali, come accade invece per i bovini americani). Tutte queste condizioni permettono quindi di rendere la carne di Angus Argentino non soltanto più morbida, ma anche più salutare.
Il cremoso di patate è un piatto che scalda non solo il corpo, ma anche l’anima, proprio come deve fare un buon comfort food che si rispetti. In questa ricetta ho aggiunto poco zenzero e curcuma frullando con olio si girasole.
INGREDIENTI
La ricetta prevede:
Per il cremoso di patate
- 1 patata
- 1 cipolla bianca
- 1/2 cucchiaino di curcuma
- 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
- qb. sale
- qb. pepe
- qb. olio di girasole
Per la tartare di angus
- 100g. di angus argentino
- 1 cucchiaio di SENAPE
- 1-2 cucchiai di SUCCO DI LIMONE
- qb. sale
- qb. pepe
- qb. olio EVO
Per l’uovo poché
- 1 uovo
- qb. olio EVO
Per i petali di cipolla
- 1 cipolla rossa di Tropea
- 350 mL di acqua
- 100 mL di aceto bianco o di mele (no aceto rosso)
- 10 g. sale marino integrale
- 20 g. zucchero di canna
- 1 foglia di alloro
PROCEDIMENTO
Passo dopo passo:
- Per il cremoso di patate, si inizia pelando 1 patata poi cubettarla e aromatizzarla con zenzero e curcuma; dopo 20 minuti scaldare in una casseruola 2 cucchiai di olio EVO, versare mezza cipolla bianca tagliata a brunoise e i cubetti di patate; aggiungere un bicchiere d’acqua e lasciar cuocere per 15-20 minuti. Se necessita aggiungere dell’acqua, ma a fine cottura dovrà restare pochissima acqua sul fondo.
- Nel frattempo preparare la tartare di manzo; tagliare la fetta prima a julienne, poi a cubetti piccoli ed infine batterla al coltello usando non il filo ma la costa (il dorso) della lama. poi insaporire con poco olio, limone, sale, pepe e una punta di senape quindi massaggiare bene il composto, appallottolarlo e avvolgerlo in pellicola da alimenti e riporla in frigo fino a 10 minuti prima del servizio.
- Una volta raffreddate le patate versarle nel bicchiere del mixer, aggiungere olio di girasole a filo e frullare fino ad ottenere una vellutata; filtrare con un colino a maglia media e mettere da parte.
- Prepariamo quindi l’uovo poché; se finora avete provato a cucinarlo solo con la tecnica tradizionale e avete incontrato difficoltà o l’esito finale non vi ha soddisfatto, provate con questa preparazione, molto più semplice e dal successo garantito. Invece di utilizzare l’aceto e immergere l’uovo direttamente nel vortice d’acqua che sobbolle, ci serviremo di un po’ di pellicola trasparente: in questo modo non correremo il rischio di sbagliare le proporzioni acqua/aceto e non ci sarà possibilità che l’uovo si disfi.
- Attrezzatevi con un pentolino, una cocotte di vetro o di porcellana (o uno stampino di alluminio), della pellicola trasparente per uso alimentare, quindi assicuratevi di avere 1 uovo fresco, olio extravergine di oliva, sale, pepe. Per prima cosa riempite un pentolino d’acqua e mettetelo a bollire. Nell’attesa, da un rotolo di pellicola trasparente ricavate un quadrato e inseritelo all’interno della cocotte. Ungete leggermente la pellicola. Aprite l’uovo all’interno della scodellina e conditelo con sale e pepe.
- Chiudete ora molto bene la pellicola intorno all’uovo e immergete “il palloncino” nel pentolino. Cuocete per 5/6 minuti. Trascorso il tempo di cottura, estraete l’uovo dall’acqua con l’aiuto di una schiumarola. Aprite ora l’involucro di pellicola e sformate il contenuto: il vostro uovo poché è pronto per essere servito.
- Per i petali di Tropea: tagliate la cipolla in 4 spicchi e iniziate a sfogliarla, togliendo la parte centrale (più indigesta). Fate bollire in pentola l’acqua, aggiungete sale, aceto, zucchero di canna e la foglia di alloro divisa in due per la lunghezza. Immergete le cipolle e lasciatele cuocere per 2 minuti. Scolatele e lasciate sul fuoco l’acqua di cottura, deve ridursi della metà; quindi versate parte dell’acqua di cottura sulle cipolle e lasciatele raffreddare.
LA REALIZZAZIONE DELLO SCATTO:
Da quando cucinare è diventato un lavoro, il tempo e lo spazio per fare scatti “seri” ed ambientati, purtroppo è svanito. Però visto che siamo italiani, e ci sappiamo sempre arrangiarci ma anche visto che la tecnologia avanza e oggi un buon telefono “smartphone” riesce ad avere la qualità più che sufficiente per pubblicare immagini per il web (Pinterest, Instagram, ma anche i vari blog), è con questo mezzo che ho iniziato a fotografare.
Uno smartphone di ultima generazione ha almeno 3 ottiche, qualche modello ha anche in sensore “macro” e tutti hanno il sensore di profondità per l’effetto “bokeh”. Indubbiamente quasi tutti i telefoni tendono a scattare immagini con molto contrasto, forse troppo accentuato e in condizioni di illuminazione debole o mista, vi sono errori sulla cromia. Il miglior smartphone in assoluto per me resta l’iPhone (ma non necessariamente l’11Pro), che ha una morbidezza e una cromia non eccessiva che si avvicina ad una buona reflex.
I miei scatti sono fatti con un Mate10 della Huawei con ottiche Laica; soffre di contrasto e rumore alle basse luci che riesco a compensare, in parte, in modalità di scatto PRO.
Per lo shooting, mi avvicino ad una fonte di luce diurna, come una finestra, dotata di tenda bianca (se non fosse possibile, basta acquistare qualche metro di tulle o organza magari doppio) e dal lato opposto dei pannelli in poliestere bianco per attenuare le ombre. Come ripiano, si possono usare assi in legno, tovaglie, ronner in tnt o qualsiasi altro materiale che crei contrasto con il piatto.